Il sogno americano finisce in fondo a una fossa comune

Tratto dal comunicato della PIRATA (Piattaforma internazionalista per la resistenza e l’autogestione tessendo autonomie)
A breve, la capsula audio di aggiornamenti dal Messico dove, oltre questo comunicato, sono contenute molte informazioni su quanto sta accadendo in Messico.
Piu’ info sulla PIRATA:
http://czl.noblogs.org
http://www.autistici.org/nodosolidale/
http://nomads.indivia.net/

Ogni anno in Messico si ammucchiano negli uffici di medicina legale una media di tremila cadaveri non identificati, dei quali circa il 30% sono corpi di migranti, ha dichiarato Morris Tidball-Binz, coordinatore dell’area di medicina legale del comitato internazionale della croce rossa. Tutti questi corpi, di ignoti e migranti, finiscono nelle fosse comuni dei cimiteri, altri nelle facoltà di medicina di varie università.

7 aprile
Amnesty Internacional fa pressione sulle autorità messicane affinché avviino un’inchiesta “completa ed efficace” su una fossa comune con 59 cadaveri scoperta il giorno prima in una strada utilizzata solitamente dai migranti per arrivare negli Stati Uniti. I corpi sono stati ritrovati sepolti in una fossa vicino Tamaulipas, nord del Messico, uno stato nel quale sono soliti operare gruppi dediti al traffico di droga e che è parte del percorso che seguono molti migranti per arrivare alla frontiera. L’organizzazione ha ricordato anche che già nell’agosto del 2010 nello stesso municipio di San Fernando, furono ritrovati i corpi di 72 migranti irregolari.

22 aprile
Nuevo Laredo, Messico. Il numero di cadaveri scoperti nelle fosse clandestine nel nord est del messico è salito da 145 a 177, e almeno 122 dei corpi potrebbero essere passeggeri di autobus sequestrati nelle vicinanze di San Fernando, a 160 km dalla frontiera con gli Stati Uniti, dichiarano fonti di stato. Dopo due giorni di ricerche, le autorità avevano riesumato 37 corpi dalle fosse comuni della capitale, Durango, senza che si siano potute identificare le vittime né le cause della morte. La violenza attribuita al crimine organizzato ha provocato più di 34.600 morti dal dicembre 2006, cioè da quando il presidente Calderon ha lanciato l’offensiva contro i cartelli del narcotraffico.

Mentre il mediterraneo si incendia al fuoco delle rivolte e i flussi migratori esplodono dentro le contraddizioni create dal capitalismo stesso, in Messico continua la strage silenziosa di migranti. Dalla frontiera sud alla frontiera nord, ad ogni passo del loro viaggio verso il sogno americano, migliaia di uomini e donne vivono il ricatto, il disprezzo, lo sfruttamento e la persecuzione. La polizia migratoria da un lato e il narcopotere dall’altro, che sono due facce complici della stessa putrida medaglia, rendono il viaggio verso il nord del mondo un inferno. Rapimenti, furti, violenze, abusi sessuali, omicidi di massa. La ricattabilità dei e delle migranti, illegali agli occhi del potere, li trasforma in soggetti-inumani da cui trarre solo profitti infiniti, nei loro paesi di provenienza, nei paesi di transito e infine anche in quelli di arrivo. Questo esilio, che vivono milioni di persone, uomini e donne, in Messico come nel mondo, é uno dei risultati della guerra che il capitale conduce contro l’umanitá. Eppure “senza dubbio il nostro noi non finisce di costruirsi, viaggia anche sui treni merci e rischia la sua vita attraversando le frontiere, di qui e lí. Il nostro noi a volte é invisibile, ma presto si mostrerá”

About bardanera

Figlio di Chernobyl, nato in una fredda mattina autunnale, Bardanera ha, da poco, tirato una linea di demarcazione tra il suo passato e ciò che sta costruendo. Musico, operatore sociale ed attivista libertario, ama i carciofi sott'olio, la musica celtica e suonare il banjo nudo al chiaro di luna. Odia il pop, le divise, e tutto ciò che rende la sua vita e quella degli altri una prigione.
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